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Dopo che il procuratore generale degli Stati Uniti William Barr ha chiesto ad Apple di aiutare gli investigatori a sbloccare gli iPhone dell'attentatore della base di Pensacola, l'azienda ha risposto alla chiamata come previsto. Non intende creare una backdoor nei suoi dispositivi, ma allo stesso tempo aggiunge che l'FBI aiuta attivamente nelle indagini e fornisce tutto ciò che può.

“Siamo rimasti sconvolti nell’apprendere del tragico attacco terroristico contro membri dell’esercito americano alla base aeronautica di Pensacola in Florida il 6 dicembre. Abbiamo il massimo rispetto per le forze dell'ordine e assistiamo regolarmente le forze dell'ordine nelle indagini negli Stati Uniti. Quando le forze dell'ordine ci chiedono aiuto, i nostri team lavorano XNUMX ore su XNUMX per fornire loro tutte le informazioni in nostro possesso.

Respingiamo l'affermazione secondo cui Apple non assisterà nelle indagini sugli eventi di Pensacola. Le nostre risposte alle loro richieste sono state tempestive, approfondite e continue. Nelle prime ore dopo aver ricevuto la richiesta dell'FBI il 6 dicembre, abbiamo prodotto una grande quantità di informazioni relative all'indagine. Tra il 7 e il 14 dicembre abbiamo ricevuto altre sei richieste e in risposta abbiamo fornito informazioni tra cui backup iCloud, informazioni sull'account e dati sulle transazioni da più account.

Abbiamo risposto prontamente a ogni richiesta, spesso entro poche ore, e condiviso le informazioni con gli uffici dell'FBI a Jacksonville, Pensacola e New York. Le richieste hanno prodotto molti gigabyte di informazioni che abbiamo consegnato agli investigatori. In ogni caso, abbiamo fornito tutte le informazioni a nostra disposizione.

Solo il 6 gennaio l'FBI ci ha chiesto ulteriore aiuto, un mese dopo l'attacco. Solo allora siamo venuti a conoscenza dell'esistenza di un secondo iPhone legato alle indagini e all'impossibilità di accedere agli iPhone da parte dell'FBI. Solo l'8 gennaio abbiamo ricevuto un mandato di comparizione per informazioni relative al secondo iPhone, al quale abbiamo risposto nel giro di poche ore. L’applicazione tempestiva è fondamentale per accedere alle informazioni e trovare soluzioni alternative.

Continuiamo a collaborare con l'FBI e i nostri team di tecnici hanno recentemente ricevuto una chiamata per fornire ulteriore assistenza tecnica. Apple ha il massimo rispetto per il lavoro dell’FBI e lavoreremo instancabilmente per assistere nelle indagini su questo tragico attacco al nostro Paese.

Abbiamo sempre sottolineato che non esiste una porta di servizio riservata solo alle brave persone. Le backdoor possono essere sfruttate da coloro che minacciano la nostra sicurezza nazionale e la sicurezza dei dati dei nostri clienti. Oggi, le forze dell’ordine hanno accesso a più dati che in qualsiasi momento della nostra storia, quindi gli americani non devono scegliere tra una crittografia indebolita e procedimenti giudiziari di successo. Riteniamo che la crittografia sia vitale per proteggere la nostra patria e i dati dei nostri utenti."

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Fonte: Rivista di ingresso

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