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Essendo il più grande produttore di iPhone, Foxconn comincia a percepire il rischio causato dal coronavirus. Per prevenirne la diffusione, il governo cinese sta adottando diverse misure, come la chiusura delle città, l’estensione delle ferie obbligatorie, ed è sul tavolo anche la possibilità di chiudere temporaneamente le fabbriche per evitare di contagiare i luoghi di lavoro.

Foxconn è già stata costretta a sospendere quasi tutte le attività delle fabbriche in Cina almeno fino al 10 febbraio. Secondo fonti Reuters, esiste la possibilità concreta che il governo disponga un prolungamento delle festività, il che avrebbe già un impatto notevole sulla disponibilità dei prodotti, compresi quelli di Apple, nonostante l'azienda californiana abbia assicurato agli investitori che ha produttori sostitutivi disponibili. Tuttavia, le fabbriche cinesi di Foxconn sono il più grande produttore di prodotti Apple al mondo, ed è quindi possibile che nemmeno i sostituti riescano a ribaltare la situazione a favore di Apple.

Foxconn finora ha riscontrato un impatto minimo della malattia sulla produzione e ha aumentato la produzione in altri paesi tra cui Vietnam, India e Messico in risposta al licenziamento. Queste fabbriche potrebbero mostrare un’attività insolitamente elevata anche dopo che la produzione in Cina riprenderà per recuperare i profitti persi e soddisfare gli ordini. Apple ora deve affrontare il fatto che le attività nelle fabbriche che producono l'iPhone sono sospese fino alla fine di questa settimana. Il governo centralizzato cinese e le sue strutture regionali potrebbero decidere nei prossimi giorni un ulteriore rinvio.

Né Foxconn né Apple hanno ancora risposto al rapporto Reuters. Ma Foxconn ha ordinato a dipendenti e clienti della provincia di Hubei, la cui capitale è Wuhan, di denunciare ogni giorno il proprio stato di salute e di non recarsi in nessun caso nelle fabbriche. Nonostante l’assenza sul posto di lavoro, i dipendenti riceveranno l’intero stipendio. L'azienda ha inoltre lanciato un programma in cui i dipendenti possono denunciare coloro che non seguono le misure introdotte in relazione al coronavirus per una ricompensa finanziaria di 660 CZK (200 yuan cinesi).

Ad oggi si sono verificati 20 casi di malattia e 640 decessi causati dal virus 427-nCoV. Mappa della diffusione del coronavirus è disponibile qui.

Fonte: Reuters

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