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Probabilmente tutti hanno letto qualche rapporto secondo cui i giovani di oggi sono eccessivamente aggressivi a causa dei cosiddetti giochi violenti, siano essi giocati su telefoni cellulari o su computer (Mac) o console. Idee simili compaiono di tanto in tanto anche nei media più grandi, per un po' si svolgono discussioni appassionate tra giocatori e avversari, poi tutto si calma di nuovo. Se siete tra coloro che sono interessati a questo argomento, l'Università americana di York ha pubblicato le conclusioni del suo studio, in cui si cerca qualche connessione tra il gioco dei giochi d'azione e il comportamento aggressivo dei giocatori. Ma non ne hanno trovato nessuno.

La base per la ricerca quantitativa era costituita da oltre tremila intervistati e l'obiettivo dei ricercatori era scoprire se i giochi provocano nei giocatori il bisogno di agire in modo aggressivo (o più aggressivo). Una delle tesi principali dei sostenitori della proposta sui giochi d'azione che provocano comportamenti aggressivi è l'idea della cosiddetta trasferibilità della violenza. Se un giocatore è esposto a un livello più elevato di violenza in un gioco, col tempo la violenza sembrerà "normale" e il giocatore sarà più incline a portare quella violenza nella vita reale.

Nell'ambito della ricerca di questo studio sono stati presi in considerazione anche i risultati di altri che si sono occupati di questo problema. In questo caso, però, la ricerca è stata decisamente più approfondita. I risultati sono stati confrontati tra generi diversi, da giochi con meno azione a giochi con più azione (anche brutali), o varie simulazioni che hanno catturato le azioni e i processi mentali dei giocatori. Puoi trovare informazioni dettagliate sulla metodologia di studio qui.

La conclusione dello studio è che non è riuscito a dimostrare un legame tra l'esposizione di un giocatore alla violenza (in diverse forme, vedere la metodologia sopra) e il trasferimento dell'aggressività nel mondo reale. Nel risultato non si riflette né il livello di realismo dei giochi né l'"immersione" dei giocatori nel gioco. Come si è scoperto, i soggetti del test non hanno avuto problemi a distinguere tra ciò che è e ciò che è la realtà. In futuro, questa ricerca si concentrerà anche sul modo in cui gli adulti reagiscono ai giochi d’azione. Quindi quando i tuoi genitori, nonni o qualcun altro ti criticano per averti fatto impazzire con i giochi sparatutto, non devi preoccuparti del tuo stato mentale :)

Il lavoro è disponibile qui.

Fonte: Università di York

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